Casa del Costume: fare squadra per ripartire
Questa settimana ci trasferiamo in riva al mare, per cercare di capire come sta andando la ripresa nelle località che lavorano prevalentemente nei mesi estivi, con un’offerta centrata sui costumi e il beachwear.
Per Giacomo Bramucci, titolare del negozio Casa del Costume di Senigallia, sarà una stagione in cui lottare con tutte le proprie forze per provare a limitare i danni che l'emergenza, sanitaria prima ed economica poi, stanno provocando. “Dopo le prime due settimane di vendite effervescenti, a ridosso della riapertura, forse dovute all'entusiasmo di poter tornare a fare shopping, c'è stato un raffreddamento. Probabilmente anche dovuto al meteo poco favorevole nella prima metà di giugno. Ci siamo quindi attestati, nelle settimane successive, su un volume di vendite ridimensionato rispetto al 2019, in linea con le aspettative e con le proiezioni che avevamo ipotizzato”.
Dopo il lockdown, Bramucci ha ritrovato un cliente diverso da quello che aveva lasciato a marzo: “Impaurito, spaventato, con aspettative non certo rosee sul futuro, spesso con un potere d'acquisto eroso dalle dinamiche Covid. Tuttavia il meteo favorevole e tutta una serie di accorgimenti che abbiamo messo in atto per tranquillizzare la clientela anche a livello sanitario ci hanno fatto stabilire con questo "cliente post covid" un legame sicuramente più forte e profondo; non si tratta infatti solamente di convincerlo ad acquistare la nostra merce, ma di rassicurarlo, accompagnarlo, farlo sentire al sicuro nei nostri negozi e quando questo ti riesce, ti rendi conto di aver davvero rafforzato il legame di fiducia che sta alla base del nostro lavoro”.
Bramucci parla inoltre del bisogno di compattare e consapevolizzare ogni elemento della filiera: “Noi abbiamo nei nostri negozi quasi 100 fornitori e devo dire che con la grandissima parte di essi abbiamo trovato un piano d'emergenza compatibile con le esigenze di entrambi. Dividere l'onere immenso degli effetti devastanti del Covid rimane l'unica via per sopravvivere tutti a questo sciagurato 2020”.
Le forme di collaborazione sono state molto varie, spaziando da agevolazione economiche (sconti e resi) a collaborazioni e spostamenti sul 2021 di parti di collezione, all'annullamento di alcune linee: “In una situazione di emergenza servono soluzioni d'emergenza. È' logico che ripartiremo ancora più forti nel 2021 dando la precedenza alle aziende che si sono dimostrate fattivamente consapevoli che il danno andava ripartito equamente”.
In merito all’entità del danno, in termini di fatturato rispetto allo stesso periodo nel 2019, Giacomo Bramucci riflette: “Il nostro Pil calerà per la prima volta dal dopoguerra del 11/12%, il turismo è fortemente limitato dalle disposizioni Covid, molte famiglie sono in difficoltà, non dimenticando mai che abbiamo perso aprile e gran parte di maggio che sono mesi di vendita importantissimi; penso sia naturale aspettarsi un calo rispetto al 2019. Ristrutturazione dei processi, collaborazioni con i nostri fornitori, gestione oculata del personale dipendente e delle iniziative di marketing, accesso al credito: queste le principali manovre per limitare i danni di questa pandemia. Stiamo ottenendo buoni risultati nella nostra piattaforma on-line, attiva dal 2006, che comunque richiede degli sforzi economici e organizzativi molto pesanti e compensa solo in parte le perdite dell'off-line”.
Infine, e per quanto riguarda la politica di sconti e i saldi, Bramucci ritiene che la pratica di partire presto con i saldi dell'estivo sia dannosa e controproducente.
“Da sempre noi iniziamo scontando dal 1 di agosto le collezioni mare del 25%.
Cercheremo di rispettare questo nostro timing, che quest'anno è anche allineato alle disposizioni di legge che, giustamente a nostro parere, hanno posticipato la data di inizio dei saldi. C'è poi il discorso delle vendite promozionali, ma lì entriamo nella libertà di gestire autonomamente alcune linee di prodotto in periodi fuori dai saldi con delle agevolazioni, e non ci troviamo nulla di sbagliato.
Il pericolo è di trovarsi a fronteggiare un mercato on-line più selvaggio che mai, in un anno in cui anche molte aziende produttrici affideranno a questo canale fette importanti dell'invenduto, magari a prezzi molto scontati già da prima dei saldi, e questo per i negozi potrebbe essere una vera e propria concorrenza al limite della tollerabilità”.