Riflessioni sulla ripartenza
In attesa della ripartenza, raccogliamo i pensieri di produttori, distributori e negozianti sul presente e sul futuro del settore. Oggi ci risponde Alberto Sciatti, amministratore unico di Piciemme srl.
Innanzitutto, abbiamo chiesto qual è il piano della società per affrontare la ripresa. Piciemme lavora con varie aziende estere di differenti dimensioni e politiche distributive, “i gruppi industriali più importanti – spiega Sciatti - che magari in questi mesi hanno proseguito a lavorare su mercati ancora aperti, stanno dedicando maggiori risorse economiche per il sostegno della ripresa a paesi come l'Italia. Risorse che ovviamente vengono sottratte da budget pubblicitari e di marketing. Le società di minori dimensioni non hanno la possibilità di grandi margini di manovra in termini di dilazioni di pagamento (quindi maggiori oneri finanziari) o eventuali sconti sulle forniture (quindi riduzione dei margini di contribuzione). In ogni caso a livello generale tutte le aziende del nostro portafoglio stanno prodigandosi per aiutare i propri clienti in questa ripresa nel limite del possibile. Ovviamente occorre anche da parte del negoziante uno spirito di collaborazione e comprensione che non tutto il sacrificio può essere spostato a valle della filiera produttiva”.
Nel frattempo, Piciemme, direttamente e tramite i loro agenti sta cercando di interagire con tutti i suoi clienti per trovare una soluzione che possa coniugare le esigenze di entrambe le parti. “Una cosa comunque è certa, quei punti vendita che finora hanno espresso una maggiore correttezza commerciale, avranno inevitabilmente un occhio di riguardo – puntualizza Alberto Sciatti - Questo patrimonio di anni di lavoro costante e regolare ovviamente premierà questi negozianti a dispetto di coloro che già in passato hanno manifestato problematiche e ritardi nell'assolvimento dei propri impegni”.
Con la riapertura, Piciemme continuerà a proporre le collezioni invernali. “Siamo certi che sarà la stagione della piena ripresa – spiega Sciatti - e fino al lockdown le campagne vendite stavano andando benissimo, sia per la qualità delle collezioni, sia per il loro valore distintivo e per il livello qualitativo e di servizio al cliente che le nostre aziende forniscono.”
Per quanto riguarda l’eventualità di un diverso calendario delle collezioni, ipotizza: “Probabilmente per le strutture industriali più piccole o quelle maggiormente colpite dal lockdown ci sarà uno slittamento delle nuove collezioni ed anche la nuova riproposta di parte delle attuali. Altre invece, non sto a fare i nomi, ci assicurano che le nuove collezioni usciranno ad inizio luglio come solitamente è avvenuto fino a ieri”.
Infine, gli abbiamo chiesto quali sono, fra quelli che ritiene probabili, il migliore e il peggiore scenario possibile. “Lo scenario peggiore sarà purtroppo un’inevitabile chiusura di almeno un 15-20% di punti vendita indipendenti. E purtroppo temo anche che per qualche industria italiana sarà veramente dura visto il sostegno del nostro Governo rispetto a quanto viene fatto all'estero a sostegno del settore industriale.
Trovo difficile individuare un aspetto positivo, probabilmente la selezione dei punti vendita e delle aziende, rafforzerà chi rimane sul mercato: operatori commerciali e aziende si troveranno su piazza una minor concorrenza. Come pure sarà inevitabile un forte sviluppo delle vendite on-line peraltro già fortemente digitalizzate in questo periodo di chiusura. Presto o tardi quasi ogni negoziante sarà dotato della propria vendita on-line.